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PORTO SANT’ELPIDIO – «Siamo increduli. Per noi è la conferma che giustizia è stata fatta». Con queste parole l’avvocato Alessandro Ciarrocchi commenta la concessione della grazia da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a favore di Zeneli Bardhyl, residente a Porto Sant’Elpidio e originario dell’Albania. Bardhyl rientra nel ristretto gruppo di cinque persone che hanno ottenuto il provvedimento di clemenza.
L’uomo era stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione per una presunta evasione dagli arresti domiciliari, episodio che risale al 2022. Una contestazione che, secondo la difesa, non avrebbe mai trovato riscontro nella realtà dei fatti. Nonostante ciò, la vicenda giudiziaria si era chiusa con una condanna diventata definitiva: alla scadenza dei termini per l’impugnazione, per Bardhyl si erano aperte le porte del carcere.
Da quel momento, il legale ha avviato una lunga serie di iniziative per evitare l’esecuzione della pena. «Abbiamo provato ogni strada possibile», spiega Ciarrocchi, richiamando i tentativi messi in campo: dalla produzione di nuovi elementi ritenuti significativi, alle richieste di riapertura del procedimento, fino a valutazioni tecniche su possibili strumenti straordinari come la revisione e altri rimedi previsti dall’ordinamento. «Ma nonostante gli sforzi, non siamo riusciti a ottenere una soluzione in sede giudiziaria», aggiunge.
Di fronte al rischio concreto della detenzione, è rimasta un’ultima possibilità: l’istanza di grazia al Quirinale, uno strumento eccezionale e raramente concesso. Una scelta definita dallo stesso avvocato “difficile e tecnicamente complessa”, ma che – in questo caso – ha portato all’esito sperato.
Con il provvedimento firmato dal Capo dello Stato, la pena inflitta a Zeneli Bardhyl è stata condonata. Una decisione che la difesa accoglie come il punto finale di una vicenda vissuta come profondamente ingiusta: «È un sollievo enorme – conclude Ciarrocchi – perché questa grazia restituisce senso a una battaglia portata avanti fino all’ultimo».
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