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MONTALTO - Un momento carico di emozione e significato, il ritorno “a casa” del Reliquiario di Montalto, autentico capolavoro dell’oreficeria francese tra Medioevo e Rinascimento. Donato da Papa Sisto V Peretti alla sua “patria carissima”, Montalto delle Marche, il Reliquiario ha attraversato i secoli come un silenzioso custode di fede e bellezza. Per oltre quattrocento anni è stato conservato e protetto dalla Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto e da tutta la comunità. Dopo una delicata revisione conservativa, curata direttamente dai Musei Sistini del Piceno e dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, il Reliquiario è tornato a splendere. È stato quindi allestito in una sala appositamente dedicata all’interno di Palazzo Paradisi. Un ritorno a casa reso possibile grazie alla sinergia tra il Comune di Montalto delle Marche, la Rete Museale Metromuseo dei Borghi di Marca e il Museo Sistino Vescovile di Montalto.


L’apertura della nuova sala del Reliquiario ha rappresentato una tappa fondamentale in un percorso di collaborazione virtuosa tra istituzioni civili ed ecclesiastiche. Un dialogo che ha unito il Comune, la Diocesi, la Soprintendenza, la Rete Museale e i Musei Sistini del Piceno in un progetto condiviso di tutela e valorizzazione.


Grazie a questa collaborazione, il percorso espositivo di Palazzo Paradisi è stato arricchito anche da altre importanti opere provenienti dal Museo Sistino Vescovile di Montalto, restituendo al pubblico uno sguardo più ampio e profondo sulla ricchezza e sulla varietà del patrimonio storico-artistico del territorio.


Presenti, all’inaugurazione, oltre al sindaco Daniel Matricardi e il vescovo Gianpiero Palmieri, anche il commissario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli, l’onorevole Giorgia Latini, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, il direttore della Rete museale Metromuseo dei Borghi di Marca Tommaso Strinati, la direttrice dei Musei Sistini del Piceno Paola Di Girolami, il funzionario storico dell’arte della Soprintendenza di Ascoli, Fermo e Macerata Alessandro Biella e Clarice Innocenti, già direttore del Laboratorio di restauro delle Oreficerie presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha seguito ogni singolo momento del restauro. 

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