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ANCONA - Una maxi condanna complessiva a più di 140 anni di reclusione è stata inflitta dal Tribunale di Ancona per numerose truffe commesse ai danni di sette compagnie assicurative che in tre anni avrebbero sborsato quasi un milione di euro per finti incidenti stradali e lesioni gonfiate con la complicità di tre medici. Sono 35 le persone condannate ieri dal collegio penale presieduto dalla giudice Francesca Grassi per i reati di falso ideologico e falsità materiale.


Gli imputati, tutti residenti in provincia di Ancona, sono per lo più di origine rom come il presunto capo, un 55enne residente nel capoluogo dorico a cui è andata la pena più alta: otto anni e dieci mesi di reclusione. Le truffe sarebbero andate avanti dal 2011 al 2014.
Il gruppo avrebbe finto incidenti presentando documentazioni sanitarie fittizie, grazie a due ortopedici e un medico di base, per essere risarciti. Un’altra tattica era quella di provocare incidenti frenando bruscamente per essere tamponati.


Le indagini dei carabinieri della stazione di Brecce Bianche di Ancona hanno permesso di risalire alle modalità utilizzate dal gruppo a cui inizialmente la Procura di Ancona contestava anche l’associazione a delinquere finalizzata alle frodi assicurative. Per il reato associativo gli imputati però sono stati assolti "perché il fatto non sussiste".


Prescritto invece il reato di fraudolento danneggiamento dei beni assicurati. Le indagini sono scattate dopo le prime denunce da parte delle assicurazioni. Tra gli imputati c’era chi metteva a disposizione la propria auto, chi si fingeva un passeggero a bordo rimasto ferito e chi faceva la voce grossa con i periti, chiamati a esaminare i danni ai veicoli, con frase intimidatorie per portare la pratica a loro favore. 

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