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Nelle caserme che si animano all’alba, il lavoro delle Donne Carabinieri impegnate nella lotta alla violenza di genere è fatto soprattutto di ascolto e vicinanza. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, due militari del Comando Provinciale di Macerata raccontano cosa significhi operare su un fronte così delicato.

Il Maresciallo Maggiore Fedora Oppido, oggi al Nucleo Comando della Compagnia di Civitanova Marche, ha maturato esperienze in diversi reparti investigativi e nella rete di contrasto alla violenza di genere. Secondo lei, la prevenzione passa dal riconoscimento dei “reati spia” – comportamenti di controllo, ricatti, isolamento – valutati insieme ai fattori di rischio come abuso di alcol o dipendenze. Fondamentale, dice, anche una strategia culturale che coinvolga scuole, famiglie e istituzioni per educare i giovani a relazioni sane e rispettose.

Tra i campanelli d’allarme che le vittime possono cogliere, Oppido indica gelosia ossessiva, manipolazione emotiva, senso di colpa e isolamento. «La violenza ha forme subdole: nessuno deve voltarsi dall’altra parte. Le nostre Stazioni sono porte aperte, pronte ad accogliere chi ha bisogno», sottolinea.

Il Maresciallo Ordinario Francesca Nuzzi, in servizio alla Stazione di Recanati, ricorda che ogni donna può rivolgersi ai Carabinieri anche solo per un consiglio. L’ascolto avviene in locali riservati, per favorire serenità e fiducia. «Il nostro compito non è solo indagare, ma accompagnare. La vittima deve capire di non essere sola», spiega.

Nuzzi sottolinea l’importanza di chiedere aiuto quando si perde la percezione di sicurezza e si viene intrappolate in giustificazioni che mascherano il possesso per amore. Dopo la denuncia, vengono illustrate tutte le misure di tutela, comprese le strutture protette. «È un passo difficile, ma è l’inizio della rinascita», afferma.

Nel rapporto con le vittime, aggiunge, è essenziale lo sguardo: «Gli occhi rivelano emozioni che le parole non dicono. La nostra battaglia è restituire coraggio e far capire che l’amore non è dolore, ma luce».

Ogni giorno, tra attenzione e professionalità, queste Donne Carabinieri sono un riferimento concreto per chi decide di rompere il silenzio. Perché la violenza di genere si combatte insieme, con competenza ed empatia.



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