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Davanti al gup di Ascoli Piceno Simona D’Ottavi, è proseguito il processo per l’omicidio di Amir Benkharbouch, il 24enne di origini marocchine ucciso lo scorso marzo sul lungomare di San Benedetto, davanti allo chalet Kontiki. Dopo la requisitoria del pm Umberto Monti, che ha avanzato richieste di condanna per i quattro imputati che hanno scelto il rito abbreviato, è stata la volta delle arringhe difensive.

Per Federico Di Stanislao, 26 anni, ritenuto autore della coltellata mortale – definita accidentale dagli inquirenti – che recise l’aorta della vittima, il pm aveva chiesto 18 anni di reclusione. Denis Raul Rotaru, 23 anni, accusato di tentato omicidio nei confronti di Daniele Seghetti e di lesioni aggravate a Helmi Nessibi, rischia invece 20 anni. Francesco Sorge, 31 anni, imputato di aver colpito con una catena da bicicletta durante la rissa, è destinatario di una richiesta di 6 anni. Tutti rispondono anche di porto abusivo di armi improprie. Per Helmi Nessibi il pm ha chiesto l’assoluzione, mentre Daniele Seghetti sarà processato separatamente con rito ordinario.

Gli avvocati hanno chiesto condanne più miti. Alessandro Angelozzi, difensore di Di Stanislao, ha sollecitato che l’omicidio venga qualificato come preterintenzionale o, in alternativa, che vengano applicate tutte le attenuanti per una pena minima; per il tentato omicidio ha chiesto la derubricazione a lesioni gravi.  Anche gli altri avvocati - Maurizio Cacaci per Francesco Sorge, e Francesco Gozzi e Gianfranco Di Marcello per Denis Raul Rotaru - al termine delle loro arringhe, hanno chiesto pene meno severe e la concessione delle attenuanti per i loro assistiti. 

L’udienza è stata aggiornata al 4 dicembre per le repliche della pubblica accusa e la pronuncia della sentenza.

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