Condividi:
Di seguito la nota del presidente dell’Ascoli Calcio, Bernardino Passeri.
“Dopo 24 ore è tutto un altro film.
Tanta roba, ragazzi. Dallo stadio, a Rimini, la partita mi era sembrata un po’ in calo rispetto al solito, evidentemente anche per me aveva preso il sopravvento un po’ di ansia, invece, riguardandola e rileggendola, è stato esattamente il contrario; un piccolo capolavoro del mister con il suo staff tecnico, dei ragazzi, e di tutta la struttura Ascoli Calcio.
Siamo entrati in campo un po’ tesi, come me, pochi i sorrisi anche dei collaboratori, tutti erano iper concentrati, una sconfitta e un pareggio pesano, sì d’accordo gli episodi, il gol casuale, la prestazione, la verità però è che i punti persi pesano, anche inconsciamente, su tutti noi. Allora serviva la massima concentrazione, e c’è stata, così le gambe un po’ dure che si sciolgono con il passare dei minuti e la partita che va avanti, la nostra filosofia prende il sopravvento, tre giocate di fino Damiani-Silipo-Damiani e siamo noi, l’Ascoli che vince e convince, con il più bel calcio della categoria. Appena qualche minuto e Gori ci immortala la filosofia bianconera, non si molla un centimetro, niente fino all’ultimo decimo di secondo. Eccoci, siamo noi. Più forti di prima, tecnica e determinazione ci hanno dato ragione.
Onore ai ragazzi del Rimini e allo staff tecnico, il disagio societario che hanno vissuto è la loro forza, ma noi siamo più forti, consapevoli delle nostre armi. Il percorso di crescita continua.
Abbiamo vinto il male peggiore, il cancro del calcio dove pochi maldestri, per proprio interesse o per deficienza congenita, dividono piazze, società, media, io li chiamo i guastatori seriali, da noi non provano più nemmeno ad avvicinarsi, che non c’è niente da guastare, non trovano spazio, siamo una cosa sola, una città e una squadra con gli stessi obiettivi.
Adesso dobbiamo iniziare, civilmente, a convincere il palazzo che il calcio esiste perché ci sono i tifosi, a Rimini abbiamo vissuto una situazione surreale, 500 spettatori sparpagliati in uno stadio ben più capiente, con il pensiero immediato che se ci avessero aperto la trasferta saremmo stati almeno 1000, se non il doppio, numeri che avrebbero portato anche un beneficio al Rimini, che oggi ha problematiche societarie conclamate. Ma prima che economico il fulcro della questione è che il calcio senza tifo a breve sarà sostituito dalla Play Station, perché senza sentimento e senza anima il calcio muore.
Non esistono ragioni storiche per vietare questa trasferta, almeno io non ne sono a conoscenza, ho sentito solo ragionamenti preventivi e supposizioni, su rischi di interferenze in viaggio con gli orari di altre partite o inimicizie triangolate. A mio avviso, stiamo esagerando, signori, noi tifosi abbiamo le nostre colpe ma non è così che si risolvono i problemi odierni, tra l’altro di gran lunga inferiori ai rischi di qualche anno fa. Esistono ormai mezzi e strumenti per controllare praticamente ogni cosa, e individuare tutti; invece, si preferisce chiudere e girare la testa, così uccidiamo il calcio, soprattutto quello delle categorie inferiori.
Lo stato predica lo sport come educazione di base, ma poi che fa? Si poggia sui presidenti filantropi o esibizionisti? Così il calcio muore.
Muore ogni volta che saremo costretti a vivere un clima surreale come quello di Rimini, sembrava di assistere ad una seduta di allenamento più che a una partita di campionato, quindi non posso far altro che rinnovare i complimenti ai ragazzi biancorossi, allo staff tecnico e anche ai loro tifosi.
Noi andiamo avanti, alla prossima ospitiamo l’Arezzo, ansiosi di scoprire se c’è una squadra che gioca meglio di noi, per adesso nessuna, nemmeno il Ravenna prima in classifica.
Certamente con l’Arezzo sarà un passaggio molto importante, ma non definitivo, per noi ogni partita è una crescita, però si cresce volentieri vincendo.
Vi aspetto tutti allo stadio!
Forza Ascoli e lunga vita alla Regina”.
Il Presidente
Correlati
Pubblicità
Pubblicità