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È stato spento per ordine del Prefetto di Teramo l’autovelox installato sulla Strada Provinciale 3, nei pressi della galleria di Piancarani, nella direzione Campli–Teramo. Il dispositivo, installato dalla Provincia e contestato da mesi, non rispettava le distanze di legge, come accertato dalla Polizia Stradale.
Si tratta della stessa arteria percorsa ogni giorno da molti ascolani diretti a Teramo, che lo scorso anno erano stati travolti da una pioggia di multe dopo la decisione di ridurre il limite di velocità da 90 a 70 km/h. Decine di automobilisti, pendolari e lavoratori si erano visti recapitare fino a trenta sanzioni consecutive per superamenti minimi, scatenando proteste e ricorsi.
A esultare oggi è il sindaco di Campli, Federico Agostinelli: «Arrivano i primi risultati della nostra battaglia per il rispetto della legge e dei diritti dei cittadini». Il primo cittadino attacca duramente la Provincia di Teramo e il suo presidente, D’Angelo: «Il provvedimento certifica il suo fallimento. Nonostante i nostri ripetuti richiami e l’indignazione popolare, non ha voluto ravvedersi».
Agostinelli spiega che l’autovelox non rispettava la distanza minima di un chilometro dal segnale che indica il limite di velocità, come impone la normativa. «Una norma completamente disattesa – aggiunge – e il dispositivo, per di più, non risulta omologato. Andrebbe spento anche nel senso opposto per evitare una nuova raffica di ricorsi».
Il sindaco parla di «centinaia di automobilisti vessati con multe ingiuste», ricordando come tra i sanzionati figurino «lavoratori, turisti, pendolari e persone dirette in ospedale». Poi ringrazia la Polizia Stradale e il Prefetto Fabrizio Stelo per l’intervento «a tutela della legalità».
Agostinelli chiede ora che «si rispettino le procedure di omologazione, si elimini l’autovelox anche nella direzione Teramo–Campli o si riporti il limite a 90 km/h» e che «il presidente D’Angelo chieda scusa ai cittadini ingiustamente multati».
«Non ci fermeremo finché non sarà ristabilita la piena legalità su tutto il tratto – conclude –. È ora che il presidente si assuma le proprie responsabilità per aver installato una trappola a danno dei cittadini».
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