Condividi:
Un passato giudiziario che torna a galla e un presente segnato dal sangue: così si intrecciano, a distanza di sedici anni, le vicende che collegano Ascoli Piceno e Milano. Protagonista è Gianluca Soncin di 52 anni, oggi accusato di aver ucciso con ventiquattro coltellate Pamela Genini, la donna di 29 anni con cui aveva una relazione che sembrava essere giunta ormai al capolinea, con la decisione della giovane di lasciarlo che avrebbe scatenato la follia omicida.
Nel 2009 lo stesso uomo era stato coinvolto in una maxi inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Ascoli, che aveva fatto luce su un presunto giro di frodi fiscali nella compravendita di auto di lusso provenienti dalla Germania. L’indagine, scaturita dal fallimento di una concessionaria ascolana, aveva coinvolto numerosi soggetti e ipotizzato un’evasione da circa 6,5 milioni di euro. Il meccanismo, secondo gli inquirenti, si basava su società fittizie, le cosiddette “cartiere”, utilizzate per eludere il pagamento dell’Iva e immettere sul mercato vetture a prezzi fortemente ribassati.
Oggi, il nome di quell’uomo riappare in un contesto ancora più tragico. Martedì 14 ottobre, a Milano, i vicini hanno chiamato il 112 dopo aver udito urla provenire da un appartamento. Quando la polizia è entrata, ha trovato la donna già senza vita. L’assassino, dopo averla colpita, ha tentato di togliersi la vita con lo stesso coltello, procurandosi ferite non gravi.
Secondo le prime ricostruzioni, la relazione era da tempo segnata da gelosia e violenze. La vittima, pur non avendo mai sporto denuncia, aveva confidato alle amiche di avere paura del compagno. I testimoni hanno descritto atteggiamenti persecutori e minacce di morte. Gli inquirenti ritengono che l’uomo abbia agito con premeditazione, procurandosi una copia delle chiavi dell’abitazione e portando con sé l’arma del delitto. Davanti al giudice, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Due storie lontane nel tempo, ma unite dallo stesso protagonista.
Correlati
Pubblicità

Pubblicità
