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Si terrà lunedì pomeriggio, nella sede della Prefettura di Ascoli Piceno, il tavolo tecnico dedicato alla verifica delle condizioni di sicurezza dello stabilimento Adriatica Bitumi di Colli del Tronto, teatro del violento incendio dello scorso 9 agosto. L’episodio, che aveva provocato una colonna di fumo nero visibile a chilometri di distanza e diverse esplosioni, aveva costretto all’evacuazione temporanea residenti e lavoratori delle attività circostanti.
L’incontro è stato richiesto dal sindaco di Colli del Tronto, oggi anche consigliere regionale, Andrea Cardilli, che ha chiesto al prefetto di «ottenere risposte chiare e verifiche approfondite». «La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto – ha dichiarato –. È necessario capire se esistono rischi esterni e se l’impianto può rappresentare un pericolo in caso di nuovi incidenti, soprattutto quando i silos sono pieni. Qualcuno deve assumersi la responsabilità di certificare che l’area è sicura».
L’incendio estivo ha riacceso la preoccupazione della popolazione, che da anni lamenta odori nauseabondi e rumori continui provenienti dallo stabilimento. Dopo la distruzione del capannone – che fungeva anche da barriera acustica – la situazione è peggiorata, alimentando il malcontento dei residenti. Molti di loro, esasperati, hanno annunciato la possibilità di nuove proteste davanti ai cancelli dell’azienda se non arriveranno garanzie concrete.
Nel frattempo, l’ex amministrazione comunale ha chiesto all’Arpam ulteriori controlli sulle emissioni atmosferiche e sonore, per chiarire se l’attività produttiva rispetti i limiti di legge. Il tavolo tecnico di lunedì, al quale parteciperanno anche i Vigili del Fuoco, i rappresentanti della Regione Marche, dell’Asur e dell’Arpam, dovrà delineare un quadro aggiornato della situazione e stabilire eventuali nuovi obblighi di sicurezza a carico dell’azienda.
La riunione arriva in un clima di forte tensione e attesa: la comunità locale chiede risposte rapide e concrete, mentre l’amministrazione comunale punta a conciliare la tutela della salute pubblica con la continuità produttiva di uno stabilimento da anni radicato sul territorio.
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