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Un’intera città ha dato l’ultimo saluto a Fabiana Piccioni, nel giorno in cui avrebbe compiuto 47 anni. Nel Santuario della Madonna dello Splendore di Giulianova, gremito all’inverosimile, parenti, amici, conoscenti e rappresentanti delle istituzioni si sono stretti attorno ai genitori Franco e Giulia e al fratello Alessandro, travolti da un dolore che da mesi scuote l’intera comunità.
Il santuario, immerso in un’atmosfera di raccoglimento, ha accolto un lungo abbraccio collettivo. Lacrime e sguardi bassi, mani intrecciate e parole sussurrate: la città si è unita nel ricordo di una donna descritta da tutti come discreta, solare e profondamente legata ai suoi affetti.
Alla cerimonia erano presenti l’assessore Albani e la consigliera Maria Luigia Orfanelli per il Comune di Giulianova, insieme alla consigliera regionale Marilena Rossi. Nei giorni precedenti, il sindaco Jwan Costantini aveva espresso «un abbraccio affettuoso alla famiglia e la partecipazione commossa dell’intera città».
Fabiana Piccioni, 46 anni, era stata trovata semi carbonizzata in via dei Cavoni il 9 gennaio scorso, vittima di un malore letale provocato da un mix di sostanze stupefacenti. Nel manifesto funebre, la famiglia ha ringraziato chi ha condiviso il proprio dolore «con la preghiera» e ha espresso gratitudine all’Arma dei Carabinieri per l’impegno nelle indagini. Le attività investigative, condotte dai Carabinieri di Teramo e dal Ris, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di un 50enne artigiano albanese, accusato di spaccio di droga, soppressione di cadavere e morte come conseguenza di altro reato.
La funzione si è svolta a poca distanza dal luogo del ritrovamento, in un clima di grande compostezza. «Fabiana continuerà a vivere nel ricordo di chi l’ha amata», ha detto durante l’omelia il celebrante, invitando i presenti a trovare nella fede la forza per superare il dolore.
All’uscita, un lungo applauso ha accompagnato la bara ricoperta di fiori, ultimo gesto di un’intera comunità che ha voluto dire addio a una donna la cui assenza pesa come un vuoto collettivo. Giulianova ha scelto il silenzio, la vicinanza e il rispetto come risposta a un dolore che ancora chiede giustizia e che resterà inciso nella memoria di tutti.
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