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Si è conclusa nel tardo pomeriggio, senza conseguenze, la protesta dell’operaio edile che questa mattina era salito su una gru a Spelonga di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, minacciando di togliersi la vita. L’uomo, dipendente di una ditta subappaltatrice impegnata in un cantiere della ricostruzione post-sisma 2016, chiedeva il pagamento delle mensilità arretrate.
L’allarme era scattato intorno alle 10.30, quando l’operaio aveva raggiunto la sommità della gru, alta circa 15 metri, rifiutandosi di scendere finché non avesse ricevuto garanzie sui compensi dovuti. Per ore, i carabinieri, i vigili del fuoco e i sanitari del 118 hanno presidiato l’area, mentre il sindaco di Arquata Michele Franchi si è recato sul posto per tentare di calmarlo.
Solo verso le 17 la situazione si è sbloccata: un rappresentante della ditta è arrivato al cantiere e ha parlato a lungo con l’operaio, assicurandogli che le somme spettanti sarebbero state corrisposte. Convinto a desistere, l’uomo si è lasciato raggiungere dai vigili del fuoco, che lo hanno aiutato a scendere in sicurezza.
Dopo essere stato visitato dal personale medico, è risultato in buone condizioni di salute, seppur provato dalla stanchezza per le sette ore trascorse in quota. L’episodio ha attirato l’attenzione sulla condizione dei lavoratori impegnati nei cantieri della ricostruzione, dove ritardi nei pagamenti continuano a generare tensioni e disagi.
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