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Questa mattina, nel corso di una cerimonia interna tenutasi presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Fermo, il Generale di Brigata Nicola Conforti, Comandante della Legione Carabinieri “Marche” unitamente al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Fermo, Colonnello Gino Domenico Troiani, hanno consegnato alcune ricompense a quei militari che si sono distinti in attività di servizio. In particolare, sono stati consegnati ben quattro “encomi semplici” rispettivamente al Luogotenente Carica Speciale Corrado Badini (Comandante della Stazione Carabinieri di Porto Sant’Elpidio), al Vice Brigadiere Moreno Ingegno, al Carabiniere Scelto Adriano Palacchino e al Carabiniere Gabriele Capobianchi (addetti alla Stazione Carabinieri di Porto Sant’Elpidio). La ricompensa dell’encomio semplice è un riconoscimento conferito al personale distintosi per lodevole comportamento o per atti speciali di servizio. I fatti che hanno portato alla proposta di ricompensa risalgono al mese di marzo scorso e sono riconducibili ad una complessa indagine svolta nei confronti di un pregiudicato dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio di Porto Sant’Elpidio. L’operazione, conclusa con l’arresto in flagranza dell’indagato (poi condannato a 2 anni e 10 mesi e multa di 16 mila euro), il sequestro di circa 1,5 chilogrammi di cocaina, e alcune dosi di marjuana nonché alcune migliaia di euro in contanti, provento dell’attività illecita, ha riscosso il plauso dell’intera comunità, confermando l’attività costante di presidio e controllo del territorio da parte dell’Arma. L’arrestato, un pregiudicato albanese di 50 anni, era stato colto sul fatto mentre cedeva una dose di cocaina a un 45enne del luogo e prontamente bloccato dai Carabinieri, era stato trovato in possesso di ulteriori 64 dosi, nonché un sacchetto contenente 60 grammi di marijuana, ed un panetto di cocaina del peso di oltre 1 chilogrammo nonché bilancini di precisione, materiale atto al confezionamento delle sostanze, e una somma di denaro contante pari a circa 5.000 euro, in banconote di diverso taglio. In particolare il panetto di cocaina era sigillato “sottovuoto” e custodito all’interno di un altro sacchetto con una bolla d’aria, verosimilmente al fine di eludere il fiuto dei cani antidroga in caso di controlli. Le indagini dei militari avevano consentito di appurare che l’attività di spaccio avveniva mediante la consegna a domicilio dello stupefacente con una tecnica insolita: la dose ordinata veniva infatti lasciata all’interno delle cassette della posta del richiedente di cui il pusher aveva copia delle rispettive chiavi. Nel consegnare il quantitativo richiesto lo spacciatore ritirava il corrispettivo valore in denaro che era stato preventivamente lasciato all’interno della cassetta dall’acquirente di fiducia. Tutti i militari del Comando Provinciale esprimono il loro compiacimento ai colleghi tributati dell’importante riconoscimento, per il meritevole servizio prestato a beneficio di tutta la comunità.
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