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Un’indagine lunga e complessa da parte dei carabinieri di San Benedetto, durata oltre un anno, ha portato questa mattina all’arresto di un 29enne di origini cubane, residente in Riviera ma di fatto senza fissa dimora. L’uomo è accusato di aver vessato e minacciato giovani ragazze, anche minorenni, inducendole a spacciare sostanze stupefacenti e psicofarmaci.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno e condotta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di San Benedetto agli ordini del Comandante Maggiore Francesco Tessitore, ha ricostruito uno scenario inquietante: approfittando delle fragilità delle vittime, legate a problemi di salute o tossicodipendenza, il 29enne le costringeva a trasportare dosi di cannabis e cocaina nascoste negli indumenti intimi.
Non mancavano pressioni e minacce, estese persino ai familiari delle ragazze. Proprio dalla denuncia della madre di una delle vittime è scattata l’indagine, sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche, analisi di tabulati e monitoraggio dei profili social.
Il giovane è stato arrestato questa mattina, quando si era recato al Commissariato per alcune pratiche amministrative. Carabinieri e polizia lo hanno fermato e condotto al carcere di Marino del Tronto, dove resta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Nei prossimi giorni sarà interrogato dal Giudice per le Indagini Preliminari, davanti al quale dovrà fornire la sua versione dei fatti.
Un’operazione che ha permesso di mettere fine a un’attività di sfruttamento particolarmente odiosa, che aveva trasformato la fragilità di alcune ragazze in un mezzo di profitto criminale.