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Un capannone trasformato in officina illegale, auto rubate smontate pezzo per pezzo e rivendute sul mercato nero, telai limati e targhe alterate per sfuggire ai controlli. È l’immagine che emerge dall’operazione dei Carabinieri di San Severo e Termoli che, all’alba, hanno dato esecuzione a 20 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati della provincia di Foggia, accusati a vario titolo di furto aggravato, ricettazione, riciclaggio e detenzione di arma clandestina
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L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Foggia, è la prosecuzione di un’indagine avviata già nel 2024, quando 19 persone erano state arrestate per rapine e traffico di auto rubate. Nonostante le restrizioni, alcuni degli indagati avevano continuato a gestire gli affari illeciti anche dal carcere o dai domiciliari, riorganizzando il business delle vetture sottratte e dei ricambi destinati al mercato parallelo.
Gli investigatori hanno ricostruito l’attività di due gruppi criminali, responsabili di almeno 28 episodi di furto tra luglio e settembre 2024, in Puglia, Abruzzo, Molise, Marche e Campania.
Precisamente San Benedetto del Tronto, Teramo, Montesilvano e Pescara.
I ladri agivano su commissione, equipaggiati con centraline e strumenti da scasso, e venivano pagati appena 100 euro per ogni auto rubata. Le vetture, spesso di grossa cilindrata o veicoli commerciali, finivano in officine compiacenti per essere smontate e rimesse in circolazione attraverso la vendita dei pezzi
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Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 24 auto, 8 furgoni, motori e parti meccaniche per un valore stimato di un milione di euro, oltre a un capannone utilizzato per lo smontaggio dei veicoli. I Carabinieri hanno inoltre scoperto la detenzione di una pistola clandestina con munizioni e accertato il coinvolgimento di un minorenne morto tragicamente in un incidente stradale mentre, al volante di un’auto appena rubata, si riprendeva in diretta sui social
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Sette degli indagati sono stati condotti in carcere, quattro ai domiciliari e nove sottoposti all’obbligo di dimora. Tutti restano comunque nella fase delle indagini preliminari e la loro posizione è al vaglio dell’Autorità giudiziaria.