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PESARO - Ha sputato in faccia all’ausiliaria del traffico, dopo aver preso una multa. Il fatto, da condannare, e per il quale l’aggressore è stato denunciato, è accaduto a Pesaro.
Un automobilista, presumibilmente trentenne e di origine magrebina, ha inveito veementemente contro gli ausiliari della Pesaro Parcheggi che gli avevano contestato il preavviso di accertamento per il mancato pagamento della sosta, lasciando l’avviso sul parabrezza del suo veicolo. Ma, fatto ancor più esecrabile, è che il soggetto, non pago di avere pesantemente offeso i due incaricati, ha disgustosamente sputato in faccia all’ausiliaria, già particolarmente turbata dalle minacce precedenti.
Alla luce delle rimostranze dell’automobilista, gli operatori avevano semplicemente invitato il conducente ad esibire il ticket di pagamento per procedere alle opportune verifiche, ma hanno ottenuto in risposta l’aggressione verbale che ha trovato il suo epilogo più ripugnante con lo sputo in faccia. Gesto questo veramente deprecabile ancor più verso una donna che conferisce all’episodio un’ulteriore connotazione di violenza di genere. Davanti a questo episodio così grave, Pesaro Parcheggi Srl esprime la più ferma condanna e la piena solidarietà ai propri dipendenti. "Va precisato - aggiunge il presidente Antonello Delle Noci - che durante l’esercizio delle loro funzioni, gli ausiliari della sosta rivestono la qualifica di pubblici ufficiali. Di conseguenza, le condotte poste in essere dall’automobilista integrano potenzialmente i reati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale (art. 336 c.p.) e di oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341-bis c.p.). Pesaro Parcheggi non può tollerare simili atteggiamenti che oltre a costituire fattispecie rilevanti per il codice penale segnano una deriva demoralizzante verso il lavoro dei propri dipendenti. La Società ha quindi già conferito mandato ai propri legali affinché l’autore del fatto venga identificato e perseguito in tutte le competenti sedi giudiziarie, nessuna esclusa, con intenzione di costituirsi anche parte civile laddove si arrivasse all’auspicato rinvio a giudizio dell’aggressore".
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