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Il procuratore Giuseppe Bellelli e il sostituto procuratore Gennaro Varone di Pescara hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’attuale direttore generale della Asl di Pescara, Vero Michitelli, per il suo predecessore Vincenzo Ciamponi e per il funzionario della stessa Asl, Bruno Ciuca: i primi due devono rispondere di omissione di atti d’ufficio, mentre tutti e tre rispondono del reato di falso. L’inchiesta della Procura di Pescara è finalizzata a chiarire le lunghe attese - mesi o addirittura anni - cui devono sottostare i cittadini che si rivolgono alla struttura pubblica per eseguire esami e accertamenti anche urgenti. Secondo l’accusa Ciamponi prima e Michitelli dopo ’indebitamente rifiutavano il compimento di atti del loro ufficio che dovevano invece essere assunti senza ritardo’. Quelli che dovevano essere rispettati erano i tempi massimi di attesa (Tma) per le prestazioni terapeutiche e diagnostiche sanitarie, ’nonché l’obbligo, in caso di superamento dei Tma, di predisporre le misure necessarie a garantire il servizio’.
I due manager avrebbero ’violato il divieto di sospensione delle attività di prenotazione delle prestazioni medesime e disponevano l’inserimento dei richiedenti, per i quali l’Azienda non era in grado di garantire il rispetto dei Tma, nelle così dette ’pre-liste’, così estromettendoli dal novero dei prenotati a data certa, con la prospettazione che sarebbero stati chiamati soltanto nel caso in cui un posto di lista compreso nel Tma si fosse liberato; così rifiutando all’assistito la conoscenza del tempo di attesa e l’erogazione stessa del servizio sanitario, rimesso, in tal modo, ad una eventualità spesso destinata a non maturare mai’.
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