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ANCONA - Si è svolto presso la Loggia dei Mercanti di Ancona, il convegno “La cybersicurezza per lo sviluppo sociale ed economico del Paese: prevenire, proteggere, contrastare”, promosso dalla Regione Marche e dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN). L’evento ha posto al centro dell’attenzione il ruolo strategico della cybersicurezza nella protezione dei cittadini, delle istituzioni e del sistema produttivo, nonché nella promozione di una cultura proattiva di prevenzione e contrasto alle minacce digitali.
Il convegno ha visto la partecipazione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano e del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Presenti anche Bruno Frattasi, direttore generale dell’ACN, il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, la vicedirettrice generale dell’ACN Nunzia Ciardi, il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Ancona Roberto Rossi, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, e il prefetto di Ancona Maurizio Valiante. Tra i partecipanti l’assessore al Bilancio Goffredo Brandoni.
“Le attività di Cybersicurezza – ha spiegato il sottosegretario Mantovano - sono una sfida rispetto all’opinione ancora diffusa, nel mondo privato e anche in parte della pubblica amministrazione, che siano un costo: al contrario sono una risorsa per promuovere lo sviluppo. Sono i numeri a testimoniarlo: un attacco con violazione dei dati costa in media 4,37 milioni di euro all’anno. Solo nel 2024 si sono registrati 57 attacchi al sistema sanitario italiano, l’anno prima erano stati 12. Per rafforzare il contrasto alle nuove minacce cyber nel giugno 2024 il Parlamento, su proposta del Governo, ha approvato la Legge sulla cybersicurezza - la L. 90/2024 - che estende gli obblighi di segnalazione degli incidenti a soggetti pubblici e impone importanti obblighi organizzativi, come quello di dotarsi di una struttura e di un referente specificamente dedicati alla sicurezza cibernetica. È fuori da ogni logica, a fronte di una richiesta di riscatto, seguita all’acquisizione di dati sensibili, prendere solo in considerazione l’idea di pagare. Ciò significa aumentare le potenzialità criminali: la sicurezza non si crea per legge. Anche le migliori norme sono destinate a fallire se non vengono fatte proprie da chi è tenuto a darne attuazione".
“La Regione Marche è all’avanguardia nel settore, avendo investito oltre 25 milioni di euro su progetti e bandi a sostegno della cybersicurezza – ha detto il presidente Acquaroli -. I reati digitali sono in aumento, quindi è fondamentale essere pronti per affrontare questa sfida del futuro. La Regione lavora in stretta collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza e il Governo nazionale per sviluppare strategie e soluzioni efficaci. Riteniamo che il fattore umano sia un elemento cruciale nella prevenzione delle minacce, pertanto è importante investire anche nella formazione e nella sensibilizzazione di tutti gli attori coinvolti, sia nella Pubblica Amministrazione che nelle imprese, per garantire una maggiore consapevolezza e capacità di risposta alle minacce digitali. In quest’ottica, la Regione Marche ha sviluppato una strategia basata su quattro pilastri: consapevolezza culturale, formazione continua, cooperazione tra istituzioni e attuazione concreta di progetti. Tra le iniziative principali: il rafforzamento della sicurezza nel settore sanitario, il supporto alle PMI attraverso i fondi europei, investimenti in infrastrutture digitali resilienti e le collaborazioni con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e le Università marchigiane”.
“Ogni attacco informatico costituisce un reato informatico – ha sottolineato il direttore di ACN Bruno Frattesi -. Grazie alla legge 90, fortemente voluta dal Governo, e alla sinergia operativa con la Polizia Postale e la Magistratura, oggi possiamo intervenire tempestivamente per supportare le realtà colpite e assicurare giustizia. Il sistema Paese dimostra di essere solido: investire nella cybersicurezza significa rafforzare tutte le forme di sicurezza e contribuire concretamente alla tutela della nostra vita quotidiana. La crescente esposizione al rischio informatico impone la necessità di investire non solo risorse economiche, ma anche e soprattutto dal punto di vista culturale. È fondamentale accrescere la consapevolezza e la capacità di comprensione del rischio da parte dei dipendenti, sia nel settore pubblico che in quello privato. Serve fare cultura della cybersicurezza, in modo diffuso e strutturato, affinché la prevenzione diventi parte integrante del nostro modo di operare. Dalla nostra ultima relazione al Parlamento emerge un incremento della minaccia cyber, ma anche segnali incoraggianti sul rafforzamento della capacità di difesa nazionale. La collaborazione tra amministrazioni e tra istituzioni e imprese rappresenta oggi un’arma strategica per proteggere il Paese e sostenere il suo sviluppo economico e sociale”.
"La sicurezza informatica è una priorità assoluta – ha dichiarato il vicepresidente Saltamartini – perché tutela i dati personali e garantisce l’efficienza del sistema sanitario, come delle imprese. Gli attacchi informatici sono ormai quotidiani e compromettono il diritto alla salute impedendo o rallentando le prestazioni. Nelle Marche eroghiamo 6 milioni di prestazioni l’anno tra visite ed esami, gestendo circa 60 milioni di dati. Grazie ai fondi PNRR, siamo stati la prima regione in Italia e tra le prime in Europa a dotarci di un sistema avanzato: 45 collettori monitorano in tempo reale 45.000 dispositivi sanitari, segnalando tempestivamente non solo attacchi ma anche eventuali guasti".
Durante i lavori è stata richiamata l’attenzione sulle sfide poste dalla crescente digitalizzazione e dall’aumento delle minacce cyber, che nel 2024 hanno fatto registrare un incremento del 40% degli eventi e quasi del 90% degli incidenti rispetto all’anno precedente. Il CSIRT Italia (Computer Security Incident Response Team -Team di Risposta agli Incidenti di Sicurezza Informatica) ha gestito 1.979 eventi cyber e inviato oltre 53.000 alert, contribuendo alla protezione delle infrastrutture critiche e alla continuità dei servizi pubblici.
La Strategia Nazionale di Cybersicurezza 2022–2026, articolata su tre obiettivi principali – protezione, risposta e sviluppo – e due fattori abilitanti – cooperazione e formazione – è stata riconosciuta come uno strumento essenziale per rafforzare la resilienza del Paese, anche attraverso progetti cofinanziati dal PNRR e investimenti in tecnologie avanzate, come il supercalcolatore per l’intelligenza artificiale.
La Regione Marche, da parte sua, si conferma tra le realtà più attive a livello nazionale, grazie a un approccio integrato alla cybersicurezza che comprende organizzazione, infrastrutture, bandi e formazione, con un investimento complessivo di oltre 25 milioni di euro. Iniziative come l’istituzione del CSIRT regionale, il potenziamento delle infrastrutture digitali e i programmi formativi realizzati in collaborazione con le Università e l’ACN sono tasselli fondamentali per la costruzione di un ecosistema digitale sicuro e resiliente.
L’incontro ha ribadito l’importanza di un impegno condiviso e trasversale tra istituzioni, imprese e cittadini per promuovere la cultura della cybersicurezza e garantire un futuro digitale sostenibile, competitivo e sicuro. La collaborazione tra la Regione Marche e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale proseguirà nella direzione di rafforzare ulteriormente le capacità di prevenzione e risposta alle minacce cyber, a tutela del sistema sociale ed economico del Paese.
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