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La partita per la presidenza della Ciip, la società che gestisce il servizio idrico integrato nel Piceno e in parte del Fermano, si sta trasformando in un delicato rebus politico che rischia di minare l’equilibrio dell’amministrazione comunale guidata da Antonio Spazzafumo. Al centro della contesa, la proposta del sindaco di San Benedetto di candidare Marco Perosa alla guida della Ciip, in netta contrapposizione con l’asse ormai consolidato tra Marco Fioravanti, primo cittadino di Ascoli, e Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo, che punta alla riconferma dell’attuale presidente Maddalena Ciancaleoni.
La mossa di Spazzafumo ha generato forti tensioni nella sua stessa maggioranza. Durante una riunione, nei giorni scorsi, è emersa una crescente insofferenza tra i consiglieri comunali che lo sostengono. Il malumore si è fatto sentire in maniera compatta – pur con alcune sfumature – con la richiesta esplicita di riconfermare Gianluca Pompei nel consiglio di amministrazione poichè gli viene riconosciuto il merito di aver operato bene negli ultimi tre anni.
Dietro alla richiesta di mantenere Pompei nel CdA si cela un invito, nemmeno troppo implicito, a Spazzafumo di abbandonare l’ipotesi Perosa e lavorare invece a una lista unica condivisa. Anche perché, come osservato da più parti, l’accordo tra Fioravanti e Calcinaro – che insieme controllano un pacchetto significativo di quote – sembra sempre più solido e potrebbe trovare la sua consacrazione già martedì prossimo, quando l’assemblea dell’Ato sarà chiamata a eleggere il proprio presidente. Se, come previsto, dovesse spuntarla il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni, per Ciancaleoni si aprirebbe la strada verso la riconferma.
Una tale evoluzione rischierebbe di isolare politicamente Spazzafumo, rendendo vana ogni ulteriore trattativa per un accordo unitario. Ma dietro la scelta di insistere su Perosa si cela anche un calcolo tattico: la presentazione di una lista alternativa permetterebbe comunque al sindaco sambenedettese di avere un proprio rappresentante nel CdA, anche in caso di sconfitta. In questo scenario, Perosa entrerebbe nel consiglio come consigliere di minoranza, ma il prezzo politico sarebbe la mancata riconferma di Pompei, penalizzato da un tecnicismo normativo legato alla rappresentanza di genere.
Infatti, nel caso in cui dalla lista alternativa uscisse un secondo nome eletto, questo dovrebbe obbligatoriamente essere una donna, sbarrando così definitivamente la strada al ritorno di Pompei. Un ginepraio politico in cui Spazzafumo dovrà evitare che il nodo Ciip si trasformi in una vera e propria crisi di maggioranza.
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