Condividi:
ANCONA - La Regione Marche si afferma come modello nazionale ed europeo di gestione del diabete grazie a una strategia integrata che unisce prevenzione, diagnosi precoce e innovazione terapeutica.
Le principali novità sono state illustrate a palazzo Raffaello nel corso di una conferenza stampa con la partecipazione del vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, Flavia Carle, direttore dell’Agenzia Regionale Sanitaria, Massimiliano Petrelli, referente Rete Diabete Regione Marche, e Valentino Cherubini, direttore della Diabetologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche.
Le Marche sono infatti la prima regione in Italia ad aver introdotto lo screening glicemico obbligatorio nei Pronto Soccorso: ogni minore (0-17 anni) che accede in triage sarà sottoposto a un test rapido tramite stick per rilevare eventuali segni di iperglicemia, possibile campanello d’allarme della chetoacidosi diabetica (DKA) – una grave complicanza del diabete che può avere esiti letali o permanenti. Il test richiede meno di due minuti e ha un costo di appena 0,10 euro, ma può salvare vite. Il progetto Dka era uno degli obiettivi più importanti del Piano Socio-Sanitario regionale.
"La nostra Regione è la prima in Italia a prevedere lo screening glicemico obbligatorio per tutti i minori che accedono ai Pronto Soccorso, un passo avanti importante nella prevenzione di questa patologia e delle sue conseguenze, che possono essere anche molto gravi" ha dichiarato il vicepresidente Filippo Saltamartini. "Stiamo scrivendo una pagina positiva della nostra sanità - ha aggiunto - il merito va ai nostri professionisti, ai nostri medici dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, del Servizio Sanitario Regionale e agli uffici dell’ARS.
C’è un bel rapporto con le associazioni dei diabetici: il Terzo Settore, che rappresenta gli interessi dei cittadini e che è in grado di dialogare con le Istituzioni politiche e con l’organizzazione amministrativa, può fare la differenza, e questo ne è un esempio concreto. Le Marche, con questo screening, si attestano come modello nazionale nella diabetologia".
"La chetoacidosi è una delle complicanze più gravi del diabete di tipo 1: ogni anno in Italia muore almeno un bambino, può causare danni neurologici permanenti, ostacola il corretto sviluppo metabolico, comporta costi sanitari elevati e ha un impatto psicologico profondo sulle famiglie. Intervenire presto è fondamentale. Il passo successivo è lo screening degli autoanticorpi, previsto dalla legge 130 del 2023, che consente di identificare i bambini a rischio ancora prima che la glicemia risulti alterata. Anche su questo fronte ci stiamo impegnando" ha spiegato Cherubini.
“La diabetologia nelle Marche rappresenta un’eccellenza – ha sottolineato la professoressa Carle - siamo centro di riferimento italiano ed europeo. Siamo orgogliosi di essere la prima regione in Italia ad avviare questo screening e già altre regioni ci hanno contattato per utilizzare il nostro modello”.
Tra il 2004 e il 2019, in Italia si sono registrati 13 decessi e 4 casi di danno cerebrale permanente dovuti a diagnosi tardive o a una gestione clinica inadeguata della Dka, spesso causata dalla mancata applicazione delle linee guida. Per contrastare questi rischi, la Regione Marche ha scelto un approccio strutturato e sistemico.
Lo screening sarà supportato operativamente dal Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale Salesi, punto di riferimento per l’assistenza ai minori con diabete, che fornirà anche consulenze telefoniche a tutte le strutture sanitarie regionali. Contestualmente, è prevista una campagna informativa rivolta a cittadini e operatori sanitari, per far conoscere i sintomi precoci del diabete (poliuria, polidipsia, stanchezza, perdita di peso) e favorire un intervento tempestivo. Soddisfazione è stata espressa dalle associazioni dei malati ATDM e AFAID (che si occupa specificamente di bambini diabetici) rappresentate da Paolo Muratori e Carlo Cutolo.
Lo screening obbligatorio rientra in una strategia regionale più ampia, che ha già visto l’estensione, insieme a Sicilia, Lombardia e Lazio, dei sensori glicemici ai pazienti in terapia con sola insulina basale. La Regione ha inoltre autorizzato e rimborsato due terapie farmacologiche all’avanguardia. La prima è l’I-codec, la prima insulina basale settimanale che riduce da 365 a 52 il numero di iniezioni annuali, semplificando notevolmente la vita dei pazienti. La seconda è la Tirzepatide, un doppio agonista incretinico capace di agire su due recettori intestinali, con effetti significativi sul controllo glicemico e sul miglioramento dei livelli di emoglobina glicata.
La Rete Diabetologica regionale è stata riconosciuta dalla Commissione Europea come una “best practice” e partecipa all’azione congiunta Jacard (2023–2027) – Joint Action on Cardiovascular Diseases and Diabetes – attraverso cinque interventi pilota. Questi includono la standardizzazione dei materiali educativi destinati ai pazienti, la creazione di un registro regionale del diabete per un monitoraggio efficace e continuo, la revisione dei percorsi assistenziali al fine di migliorarne efficienza e capacità di presa in carico, la sperimentazione di strumenti per l’autogestione del diabete di tipo 2, e uno screening integrato per diabete e malattie cardiovascolari rivolto alle fasce di popolazione a rischio.
"Nelle Marche sono 82 mila le persone con diabete – ha concluso Petrelli – di cui circa 300 minori, seguiti dal Centro Diabetologico Pediatrico dell’Ospedale Salesi. Da oltre 15 anni, la nostra regione dispone di una rete informatica con cartella elettronica che contiene la storia di ogni paziente, accessibile da tutti i diabetologi. Tutto questo fa parte del ’Modello Marche’, che altre regioni stanno iniziando a seguire: se ci riusciremo, potremo costruire una rete nazionale accessibile con un semplice clic”.
Correlati
Pubblicità
